Tess dei D'Urberville, di Thomas Hardy
- IlLibroSulComodino
- 6 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Quando leggiamo Tess dei D'Urberville dobbiamo immaginarci una creatura celestiale, una donna pura, che viene colpita inesorabilmente dal destino.
Una ingenua lattaia del Wessex dall'animo nobile e buono, gravata da un oscuro peccato originale, chiede invano giustizia e grazia; ma nè giustizia nè grazia, nè bontà nè remissione nè pace e nemmeno riposo le verranno concesse finchè non verrà sepolta, offesa e ferita, nella dura ed ostile terra.

Informazioni generali:
Comprata edizione Bur Rizzoli
Pg. 449
Capitoli 59 divisi in 7 parti
Tempo di lettura: massimo una settimana.
La trama è abbastanza semplice:
La scoperta da parte del padre che la loro famiglia discende da un nobile ceppo normanno catapulta Tess in un tragico viaggio. Tess viene mandata dai suoi genitori a reclamare la parentela con un'altra famiglia di nome d'Urberville, senza sapere che questa è una famiglia di nuovi ricchi che proviene da un'altra parte del Paese dove hanno comprato il nome per apparire più rispettabili.
Da qui hanno inizio tutte le disavventure di Tess e la sua discesa verso gli inferi:
la violenza carnale subita da Alec, dopo averla rifiutata nella sua famiglia nonostante portino lo stesso cognome; il parto del figlio avuto da questa violazione; la morte del figlio e la sua sepoltura in un cimitero dove giacciono i fuorilegge poichè non aveva ancora ricevuto il battesimo.
Il successivo matrimonio di Tess con Angel (figlio di un pastore protestante con tendenze alla ribellione) che poi, sconvolto dalla scoperta di ciò che lei ha dovuto passare con Alec, fugge in Brasile.
Dopo la partenza di Angel, Tess trascorre periodi difficili, si sposta un po' qui un po' là, lavorando in posti diversi, cosa che è dura e poco conveniente.
Alec ritorna e ancora una volta la reclama, Tess rifiuta di avere a che fare con lui fin quando la morte del padre lascia la famiglia senza casa e Alec fornisce loro un posto dove vivere nella sua proprietà a patto che Tess viva con lui come una moglie.
Angel ritorna dal Brasile per scoprire che Tess vive con Alec, lei riesce a vedere ora come Alec l'abbia usata e abusata, litigano, lei lo uccide e poi scappa via con Angel e passano qualche giorno insieme, fuggiaschi, prima che Tess venga catturata (viene trovata addormentata nel cuore della notte con Angel accanto, presso una delle pietre di Stonehenge, luogo dal valore simbolico) e portata sul luogo dell'esecuzione.
Chiede ad Angel di prendersi cura al suo posto della sorella minore, Liza, come moglie, dopo la sua morte.
Ma i temi toccati dall'autore sono più complessi e intrinseci:
Innanzitutto questo romanzo è una critica alla società vittoriana contemporanea di Hardy, ma non teniamo in secondo piano la difficoltà e la durezza della vita di campagna e delle classi meno abbienti che vivevano quel periodo storico.
Inoltre non dimentichiamo la fatalità incontrollabile che subisce Tess e quanto la violenza carnale possa far vedere una donna che ne è vittima con occhi diversi da quella società che era basata soprattutto dalle apparenze e dal concetto di "essere un gentiluomo o una gentildonna". Aggiungiamo un pizzico di sindrome di Stoccolma di Tess nei confronti del suo carnefice e l'inutilità e grande critica hardiana delle religioni principali (come il Protestantesimo appunto), otteniamo il libro che teniamo tra le mani.
La narrazione procede come se volesse svelare la storia di un’innocenza strappata, con supremo strazio della ragione: ciò a cui la famiglia di Tess non avrebbe mancato di pensare, se non avessero cercato rifugio nell'interesse, divenendo perlopiù ridicoli agli occhi della comunità rurale, è il puro pericolo della vanità. Tra colpe, silenzi e destino infausto, vere bassezze maschili, sembra impossibile non chiedersi: “Dove si trovava l’angelo custode di Tess? Esisteva una provvidenza che tutelasse la sua ingenua fiducia? Forse stava chiacchierando, o era inseguito, o era in viaggio o forse, stava dormendo e non si era svegliato”.
Nonostante le sue vicissitudini e le sue scelte da ritenere più o meno sbagliate, vi innamorerete della protagonista femminile di questo libro. Le meravigliose descrizioni che ci concede l'autore, sia della natura circostante che della donna di cui parla, trasforma l'umile lattaia del Wessex in una nobile e tragica regina elisabettiana; la sua narrativa lineare e scorrevole vi faranno immergere in questo romanzo drammatico e vi faranno sperare, pagina dopo pagina, nella rivalsa di questa donna colpita ripetutamente da un destino ingiusto e crudele.
E' un romanzo drammatico, a tratti crudele, ma che vi farà riflettere e vi trascinerà per mano nelle campagne verdi e sconfinate dell'Inghilterra di fine '800.
Leggetelo, vi sentirete un po' più forti.
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