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Salgari, Tutte le Avventure dei Corsari.

  • IlLibroSulComodino
  • 6 feb 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Da dove nascono i film de "I Pirati dei Caraibi"?

Sicuramente dalla raccolta di questi racconti di Salgari, l'inventore del famigerato Corsaro Nero.



Informazioni tecniche:

Comprata edizione I Mammut della Newton Compton

pg. 1232

Romanzi: Il Corsaro Nero; La Regina dei Caraibi; Jolanda, la Figlia del Corsaro Nero; Il Figlio del Corsaro Rosso; Gli Ultimi Filibustieri.

Tempo di lettura: 15 giorni.


Iniziamo dicendo che i pirati, i filibustieri e i corsari sono esistiti veramente, e Salgari si è ben documentato sugli usi e costumi di questa vita di avventure in mare. La sua sfida più grande in questi racconti è stata quella di inventarsi un eroe come protagonista assoluto ed una vicenda che regga il confronto con Sandokan scritto poco tempo prima.

Da qui nasce il Corsaro Nero, personaggio carismatico, bello di fama e di sventura, la sua bellezza è il lutto che lo riveste (da qui il nome perchè era vestito solo ed esclusivamente di nero). Grava su questo personaggio un segreto, che giustifica il suo eccentrico costume e dovrebbe circondarlo di un aria tragica, un segreto che egli esterna come un ritornello ad ogni occasione, con orgoglio: la leggenda dei quattro fratelli, belli, ricchi, e audaci, il nucleo originario da cui scaturisce l'intero ciclo dei corsari.


Il vero nome del protagonista è Emilio, conte di Roccabruna (o Roccanera), signore di Ventimiglia e di Valpenta. È un nobile italiano, che assieme ai suoi tre fratelli prende parte alla guerra franco-spagnola (1635-1659), combattendo contro la Spagna. Un loro alleato però, il duca fiammingo Wan Guld, uccide a tradimento il maggiore dei quattro fratelli di Ventimiglia e cede la fortezza che questi stava proteggendo agli spagnoli, che in cambio lo insigniscono del titolo di governatore della loro ricca colonia di Maracaibo. Gli altri tre fratelli quindi partono alla volta di Tortuga ed aderiscono alla pirateria coi nomi di Corsaro Nero (Emilio), Corsaro Rosso e Corsaro Verde, e così continuano a combattere gli spagnoli e cercano di scovare Wan Guld e vendicarsi di lui.

Gli ultimi due hanno però sfortuna: vengono catturati e fatti impiccare dal duca fiammingo. Il Corsaro Nero allora giura sulle loro salme di non darsi mai pace, se prima non avrà sterminato completamente Wan Guld e l'intera sua famiglia. Le travagliate avventure attorno alla sua vendetta costituiscono il filone narrativo dei due romanzi di cui il Corsaro Nero è protagonista (Il Corsaro Nero e La Regina dei Caraibi).


Oltre alla vendetta verso il duca fiammingo si aggiunge un avvenimento a complicare la partita tra i due rivali: all'eroe capita infatti la ventura e sventura di innamorarsi proprio della figlia dell'odiato nemico, dopo aver solennemente giurato la morte di lui e di tutta la sua famiglia.

L'azione si sviluppa allora come conflitto tra Amore ed Onore, tra Amore e Morte. Il Corsaro Nero alla fine non avendo cuore di porre fine all'esistenza dell'amata, la abbandona naufraga nel mare in tempesta.


Ne La Regina dei Caraibi gran parte del romanzo racconta le peripezie dell'inseguimento del fuggiasco Wan Guld con l'aggiunta di personaggi nuovi e importanti per lo sviluppo del racconto.

Lo sviluppo degli avvenimenti conduce alla resa dei conti tra i due formidabili rivali, ma al Corsaro Nero non è concesso di uccidere con le sue mani Wan Guld se non a un prezzo troppo alto: l'amore che egli prova per la figlia del suo rivale. Perciò il suo antagonista si suicida facendo esplodere la nave. Nel frattempo ricompare l'amata del nostro protagonista, salvandolo da un naufragio dato che è diventata la Regina degli antropofagi, e, alla fine della cerimonia di matrimonio tra i due, scomparirà per sempre in mare con il suo cavaliere.


Nel romanzo successivo (Jolanda, La Figlia del Corsaro Nero) non troveremo più i nostri vecchi protagonisti poichè entrambi sono deceduti, e ne prenderà il posto la figlia del loro amore: Jolanda appunto.

La ragazza ha ormai quindici o sedici anni, ed è stata rapita dopo un sanguinoso scontro su una nave mentre veniva a raccogliere l'eredità del nonno Wan Guld. A rapirla è stato il conte di Medina, ovvero il bastardo di Wan Guld; in altri termini la lotta non si è conclusa, si è invece trasmessa di generazione in generazione ma con l'aggiunta che le parti in causa sono adesso parenti.

La storia è al femminile ma con una narrazione maschile, visto che a parlarci degli eventi è l'amante di Jolanda e vice dal Corsaro Nero. Naturalmente la figlia del pirata non può non ricalcare le orme del padre, e con gesta di coraggio e destrezza riesce ad avere la meglio nella sua lotta.


Dopo le vicende del Corsaro Nero e della sua stirpe si passa alla genia del Corsaro Rosso (ne Il Figlio del Corsaro Rosso, appunto). Il protagonista è descritto come un uomo di fulgida bellezza, fasciato nel suo abito di seta rossa, grandissimo spadaccino e personaggio molto scaltro.

Le sue vicende si intrecciano tra la ricerca ed il salvataggio della sorella (Neala) dal marchese di Montelimar, loro cugino, il tutto condito dallo spalleggiamento dei loro compagni e dalla loro spensieratezza.


L'ultimo romanzo, Gli Ultimi Filibustieri, il protagonista non fa parte del nucleo familiare dei conti di Roccabruna, bensì prende la scena il compagno di avventure dei due Corsari precedenti: il guascone Don Barrejo.

Manca la catastrofe in questo ultimo libro, non c'è scoppio di polveriera o nave che risolve la situazione, ma è lo scoppio di una risata che rotola clamorosa dalla prima all'ultima pagina (ricorda molto D'Artagnan ne I Tre Moschettieri, per questo mi sono innamorata di questo personaggio!).

Comunque le sue vicende si intrecciano con la storia dei "conti colorati" e la loro stirpe e Don Barrejo si fa carico della vita della figlia del Corsaro Rosso, Ines di Ventimiglia,(stanco della vita coniugale e di fare il taverniere) e la proteggerà dalle insidie del marchese di Montelimar; insieme ai suoi due fedeli compari: il basco Mendoza ed il bucaniere Buttafuoco.

Ripartono dunque all'avventura tra chiacchiere inesauribili, risate, ragazzate, ed imprese con amici e nemici attraverso i sette mari e le loro terre.



I romanzi qui raccolti sono in un tono avventuroso e ironico con abbondanza di dettagli ed informazioni sulla vita piratesca e sui luoghi dell'ambientazione. Salgari non manca di rievocare lo stile di un Dumas, o almeno così l'ho personalmente interpretato, non proprio uguale nella forma ma molto simile nello stile: limpido e scorrevole, facendo ridere e staccare dalla realtà, che cattura il lettore dalla prima pagina e lo libera solo dopo aver letto la parola Fine.


Consigliato: sì!

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