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Dumas, I Borgia.

  • IlLibroSulComodino
  • 17 feb 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Non un romanzo. Non un libro di avventure.

Dimenticate il Dumas di sempre, qui viene fuori lo storico che è in lui. In una cronaca storica che personalmente non mi ha entusiasmato.



Informazioni generali:

Comprata edizione Newton Compton

Pg. 190

Capitoli: 17

Tempo di lettura: due giorni



Il libro parla esclusivamente dell'ascesa al potere pontificio dei Borgia, delle loro lotte, sotterfugi, avvelenamenti, amori scandalosi, crimini, tradimenti, incesti e fraticidi della futura casata papale.


Specifico per quale motivo non mi è piaciuto:

è un rapporto giornalistico/storico, scritto dal mio autore preferito in assoluto, ma non ha dialoghi, la vicenda viene narrata senza personificazione dei personaggi, senza riuscire a trascinarmi ed a coinvolgermi. Il libro è ottimo per un approfondimento storico per gli appassionati o per chi deve studiare il periodo e le loro vicende, ma per chi, come me, è un appassionato di lettura e vuole conoscere meglio questo autore e venerarlo in ogni suo singolo libro, questo può tranquillamente essere scartato, a mio giudizio.


I Borgia, infatti, non è un romanzo storico né una storia romanzata. È la storia di un gruppo efferato di potere, i Borgia appunto, sullo sfondo avventuroso, luminoso e ambiguo del Rinascimento italiano, ma scritta in presa diretta, con piglio giornalistico, da un giovane reporter che vuol far colpo col sensazionale, e attento alle tinte forti della cronaca nera.


Non per questo ho perso la fiducia in questo grande uomo, anzi! Non vedo l'ora di arrivare a leggere altri suoi romanzi. Ma questo mi ha lasciato con un po' di amaro in bocca, forse perchè mi aspettavo di più.


 

La vicenda parte con la morte di Lorenzo il Magnifico, circondato da grandi personaggi di fine '400. La sua morte è seguita da due grandi eventi: la caduta di un fulmine sulla cupola della chiesa di Santa Reparata e dall'elezione di Rodrigo Borgia come papa, grazie ai voti comprati da questi al Sacro Collegio.


In una Roma, infamata da delitti e ingiustizia, il nuovo pontefice passa un anno tra apparente "santità" di giorno ed esasperante lussuria di notte. Dopo aver ristabilito l'ordine nella Città Eterna, il Santo Padre inizia ad attuare il suo ampio progetto espansionistico con l'obiettivo di rendere la sua famiglia padrona d'Italia.


I Borgia ci lasciano una visione particolareggiata e curiosa di una parte di storia  del nostro paese, spesso trascurata o non approfondita dalla scuola, per mezzo di una stirpe "la cui sciagura proveniva  dalla stessa stirpe" e di Roma, che da capitale della Cristianità divenne, sotto la trinità di Alessandro, Cesare e Lucrezia (bellissima e amatissima figlia di Alessandro che, con i matrimoni, divenne la principale pedina politica del Pontefice), " la città più infuocata di intemperanze, più abbandonata alla lussuria, più crudele nei massacri come una cortigiana abbandonata alla sfrenatezza e a baldorie.


Insomma, concludo dicendo che: in questo libro mi sono mancati i personaggi di cui innamorarmi, mi è mancato fammi avvolgere completamente dalle vicende e dalla storia, mi è mancato avere voglia di divorare le pagine per andare avanti nella vicenda. Sono cose importanti, che fanno per questo motivo un libro un buon libro. So che lo scopo di Dumas alla pubblicazione di questo volumetto, non è quello di affascinare tutto il suo pubblico, ma di dare un quadro definito e particolareggiato della famiglia spagnola che ha governato Roma ed il suo trono per circa 10 anni.


Il tentativo è semi riuscito, bisognava solo che riuscisse a romanzare un po' di più alcune parti, e con romanzare non intendo inventare, ma solo sviluppare.


Consigliato: no. Poi un Dumas non si mette mai in un angolo!




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