La Lettera Scarlatta, Nathaniel Hawthorne.
- IlLibroSulComodino
- 26 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Il sortilegio che Hawthorne ci scaglia con questo libro tocca corde talmente oscure e profonde che è impossibile non impersonificarsi almeno in parte in questa vicenda, solo in apparenza strana e lontana, e nei suoi protagonisti.
"Chi può dirsi lontano dalla colpa", sembra chiederci, "è libero dal fardello del Segreto?"

Informazioni tecniche:
Comprata edizione Bur Rizzoli
Capitoli 24
Pg 251
Tempo di lettura circa due giorni.
Noto come il "romanzo della seduzione" dove questa non è nemmeno lontanamente nominata ma l'atto innominato appartiene all'antefatto del libro.
Hawthorne usa la tattica di fingere un ritrovamento di documenti e carte con la storia di Prynne per far iniziare questo romanzo. Interessante è però l’interazione che esiste tra scrittore e queste carte mute. E’ come se inserisse una relazione intima che anima e da’ sentimento a quello che è scritto. Al toccare la lettera ricamata della condanna prova un calore bruciante, come se quello non fosse semplice stoffa ma ferro arroventato diventato rosso.
Hester Prynne è infatti colpevole di adulterio e rifiuta di rivelare il colpevole, prendendo la pena sopra di sè e portando ricamata sul vestito questa lettera A che indica il suo peccato e la fa additare da tutti. Inizia quindi questa vita di dignità e pentimento quando tutti la indicano e la giudicano e difficilmente le danno la possibilità di riscattarsi completamente.
Il tutto parte catapultando il lettore in media res non conoscendo bene gli avvenimenti successi prima ma comunque intuibili. La scelta dello scrittore di far accadere "il fattaccio" di Hester ai tempi dell'insediamento della colonia puritana di Boston permette che venga emulato lo stile del romanzo storico ma permette anche di far intervenire nella storia forze immateriali e metafisiche, dando un tono di romanzo gotico alla vicenda.
Tolta l'ambientazione culturale i personaggi appaiono tormentati dal rimorso perpetuo di un crimine sempre più nel vago, indefinito, remoto che viene personificato nella figura di Pearl, la figlia di Hester.
Tutto il libro è scandito con un ritmo regolare alternando il buio e la luce, la comunità contro il singolo, il peccato visibile ed il peccato invisibile, il giudice ed il giudicato.
Prendiamo tutti questi elementi, misceliamoli bene buttiamoli in un pentolone, aggiungiamoci un pizzico di buona scrittura ed estro narrativo, un po' di tempo di cottura e vi verrà fuori il libro che tenete tra le mani: un libro che a me è piaciuto molto, che mi ha fatto riflette su chi effettivamente è colpevole e chi no, sul giudizio degli altri, sulla colpa effettiva (perchè parliamoci chiaro, l'unica colpa che ha avuto Hester è stata quella di essersi concessa ad una persona che amava, tradendo sì il marito, ma non esentato da colpe che però viene fatto passare dalla comunità come un uomo virile e libero dal peccato, come una vittima della "crudeltà" di Hester che in fin dei conti ha solo violato un tabù, inconcepibile per l'epoca).
Il libro vuole essere una critica al pensiero ed alla filosofia di vita che aveva l'America ai suoi albori, che poi non erano così diverse dalla madre patria. Vuole essere una critica alla società puritana, che giudica vicende che non conosce solo perchè evidenti e contro i loro principi; vuole essere un incoraggiamento, un messaggio subliminale per le donne che sono messe alla gogna ogni giorno per un peccato che poi tanto peccato non è (quello di amare) e le incoraggia facendo vedere con quale dignità la protagonista porta il suo marchio e cerca di dare un futuro diverso a sua figlia.
Quello che questo libro mi ha trasmesso è che non bisogna mai farsi abbattere dalle vicende che la vita ti presenta, che comunque bisogna essere forti ed andare avanti.
Consiglio a pieno la lettura di questo romanzo, ma soprattutto una riflessione sui temi trattati, perchè nessuno di noi, alla fine, è libero dal peccato e dai giudizi della gente, e che comunque bisogna saper affrontare la vita a testa alta, perchè non solo noi siamo peccatori, ma lo sono tutti.
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