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Grimm, tutte le fiabe.

  • IlLibroSulComodino
  • 14 gen 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

Altro libro di fiabe, altro peregrinare alla ricerca degli originali Disney.

Dalla Danimarca ora ci spostiamo in Germania, dove le fiabe popolari sono un po' più oscure, storie meravigliose di un mondo magico.


Informazioni tecniche:


Comprata edizione I Mammut della Newton Compton

Pg 550

Fiabe: 201 e 10 leggende per bambini

Tempo di lettura 10 giorni circa.


Per prima cosa dirò che i fratelli Grimm erano due filologi, letterati e studiosi del folclore della loro terra di origine: la Germania.

Da qui ha avuto luogo la raccolta delle fiabe che mi trovo in mano.

La sostanziale differenza con Andersen è che la maggior parte delle fiabe di questi due studiosi non sono inventate, ma sono state raccolte dalla loro cultura e trasformate da racconti antichi, tramandati esclusivamente in maniera orale, in racconti scritti.

Fra le loro più famose (e per cui ho voluto leggere la versione originale) troviamo:

Il Principe Ranocchio

Raperonzola

Hansel e Gretel

Cenerentola

Cappuccetto Rosso

I Musicanti di Brema

Pollicino

Rosaspina (La Bella Addormentata nel Bosco)

Biancaneve

Rumpelstilzchen o meglio conosciuto come Tremotino


Insomma, direi che lo zio Walt ha dovuto molto a questi due signori!


Analizzare ogni singola fiaba in dettaglio sarebbe un bel lavorone, quindi vado per i punti principali.


Raperonzola & Il Principe Ranocchio

Ok, i film Disney non possiamo definirli grandi classici a confronto degli altri. Film molto postumi alla sua scomparsa ed usciti solo negli ultimi anni, ma comunque da spenderci due parole.

Sono completamente diversi dalle fiabe originali! Le uniche cose che hanno in comune sono una ragazza portata via dai genitori e tenuta prigioniera in una torre, con lunghissimi capelli (non magici) che si innamora di uno sconosciuto, e una ragazza che trova un ranocchio che in verità è un principe viziato trasformato.

Fondamentalmente solo questo hanno in comune...


Ma ora passiamo alle tre fiabe che mi stava più a cuore analizzare:

Biancaneve, Cenerentola e Rosaspina.


Cenerentola.

Nella fiaba iniziale intanto vediamo che il padre è ancora vivo e che le sue sorellastre (che nella storia non hanno nome) sono in verità belle fuori ma orripilanti dentro. Non esiste nessuna Fata Smemorina, ma i vestiti per andare ai balli del principe (per l'esattezza tre) le vengono forniti da un uccellino e un nocciolo magici nei pressi della tomba della madre. Almeno la scarpetta sarà di cristallo e il principe la fa comunque provare a tutte le donne del regno! E i suoi amici topini e uccellini saranno menzionati!

Nah, niente di tutto ciò!

La scarpetta era d'oro, e lei la perde perchè il principe ha fatto cospargere le scale con la pece per trattenerla; la scarpetta l'hanno provata solo le sorellastre (perchè la casa di Cenerentola era dietro al palazzo reale e "la ballerina sconosciuta" scappava sempre in quella direzione) e i suoi amici erano solamente delle colombelle che l'hanno aiutata a separare la cenere da delle lenticchie ed accecare le sorellastre in fondo alla fiaba per punirle per la loro cattiveria.

Ma torniamo alla scarpetta: niente scena comica dell'intendente del Re che prova ad infilarla a forza ai piedoni delle sorellastre, ma bensì quest'ultime che si tagliano pezzi di piede (la prima l'alluce e la seconda un pezzo di calcagno) pur di farsela entrare.

Naturalmente la storia finisce bene, Cenerentola indossa la scarpina e miracolosamente il principe la riconosce (oggigiorno la definirebbero Prosopagnosia, ovvero: deficit percettivo acquisito o congenito del sistema nervoso centrale che impedisce ai soggetti che ne vengono colpiti di riconoscere i tratti di insieme dei volti delle persone) e si sposano.


Rosaspina.

In questa fiaba, molto simile alla versione televisiva Disney, troviamo poche differenze sostanziali: per prima cosa non viene mai detto il nome di Aurora, ma viene chiamata solamente Rosaspina per via della leggenda che venne divulgata dopo che questa cadde nel suo lunghissimo sonno. Non viene nemmeno nominata Malefica (la mia villain preferita) ma viene descritta come la tredicesima fata del regno che non fu invitata alla festa fatta in onore della nascita della principessina e che lanciò il suo sortilegio dopo il dono fatto dalla undicesima fata, ma prima della dodicesima. Non invitata poi solamente perchè il re disponeva di dodici piatti d'oro e non voleva che la tredicesima mangiasse col piatto diverso. Se si faceva meno problemi a quest'ora non aveva una figlia colpita dal sortilegio, ma questa è un'altra storia.

La storia finisce nel modo di sempre: e vissero tutti felici e contenti; il principe coraggioso, dopo i cento anni del sonno di Rosaspina, non deve nemmeno lottare contro la fata malvagia e la foresta di rovi che circonda il castello addormentato, questi si aprono al suo passaggio (quindi più che coraggioso, direi molto fortunato), bacia la fanciulla addormentata e questa si risveglia.


Biancaneve.

Ultima fiaba disneyana tramandataci dai fratelli Grimm. Vediamo un po' le differenze sostanziali.

La storia inizia con la spiegazione del nome Biancaneve: la madre si punge con un ago e lascia cadere una goccia di sangue sulla neve ed esprime il desiderio di avere una figlia bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come l'ebano. E da qui nasce la principessina, ma la madre muore contemporaneamente al parto.

La vicenda di Biancaneve inizia quando lei compie sette anni: il padre muore dopo essersi risposato con la matrigna vanitosa e con lo specchio magico, la gelosia della donna aumenta col tempo e da ordine al cacciatore di ucciderla e di portarle il fegato ed i polmoni come prova della morte della fanciulla.

La fiaba va avanti come la conosciamo fino a che la matrigna decide di liberarsi di Biancaneve, ma non con poteri magici o che altro, il primo tentativo che fa lo fa vestita da merciaia e lega un nastro alla vita della fanciulla, talmente stretto che la fa svenire. Viene salvata dal ritorno a casa dei sette nani che la trovano semi morta in terra. Il secondo tentativo fu con un pettine avvelenato. Stessa storia solo che la bambina si risveglia non appena i nani le tolgono il pettine dai capelli.

Il terzo ed ultimo tentativo viene fatto con la famosa mela, ma non era completamente avvelenata e rossa, ma solamente una parte, tanto che per convincere Biancaneve a mangiarla, la matrigna, travestita da contadina, da un morso alla parte sana.

La storia continua come la conosciamo bene, tranne per lo scontro con la matrigna, niente da fare. La bambina viene messa in una bara di cristallo e giace lì per molto molto tempo senza decomporsi nè perdere il minimo colorito.

Venne il principe che si innamorò della fanciulla e pregò i nani che gli regalassero la bara per poter onorare Biancaneve ogni giorno. Mentre trasportavano la bara, i servi del principe inciamparono ed il pezzo della mela che Biancaneve aveva inghiottito le uscì dalla gola e la bambina si svegliò. I due innamorati si sposarono e vissero felici e contenti. La matrigna venne invitata al matrimonio e vedendo che la sposa era Biancaneve, dopo una scenata di gelosia, le vennero fatte indossare due pantofole di ferro incandescenti e fatta ballare fino a che non le si bruciarono i piedi e cadde morta.

 

Bene, in conclusione cosa posso dire?

Anche qui c'è l'interpretazione di Walt Disney che ha modificato sostanzialmente gli originali.

Ma lo capisco.

Non era possibile presentare queste fiabe in originale sul grande schermo, troppo sangue, troppa vendetta, troppa cattiveria. Ha cercato di renderle più appetibili alle famiglie.

E ora che conoscete gli originali, le farete leggere ai vostri bambini?


Il libro lo consiglio, come quello di Andersen, per avere gli originali di molte fiabe ben conosciute. Naturalmente da leggere un po' per volta, e non tutto insieme perchè magari dopo un po' possono venire a noia. Ma non essendoci un filo conduttore tra una storia e l'altra, è comunque possibile prendersi una pausa di lettura.



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